Da Milano alla Russia per ricevere lo Sputnik: il nuovo turismo
La campagna vaccinale in Italia procede a rilento, così come nel resto dell’Europa. E i cittadini stanno cominciando a guardare […]

La campagna vaccinale in Italia procede a rilento, così come nel resto dell’Europa. E i cittadini stanno cominciando a guardare se esistono soluzioni alternative. È il caso dei viaggi in Serbia, dei voli verso Cuba per essere vaccinati. Nelle ultime settimane, però, a tenere banco sono i viaggi da Milano alla Russia per ricevere lo Sputnik. Un vero e proprio trend che, in Italia, è stato lanciato dall’Eurasian Travel di Bologna.
In questo articolo:
Come funziona il turismo vaccinale in terra russa? Scopriamolo insieme.
Da Milano alla Russia per ricevere lo Sputnik: come funziona il turismo vaccinale
Il vaccino russo è decisamente ambito. Tuttavia, almeno fino alla fine di giugno, l’Ema non sembra intenzionata ad approvarlo. Così, chi intende farsi somministrare il siero della R-Pharm, non può far altro che aderire alle proposte delle agenzie di viaggio.
Da Milano alla Russia per ricevere lo Sputnik: questa l’idea dell’Eurasian Travel di Bologna, un piccolo tour operator specializzato in viaggi verso la Russia e la Cina. “Non ci siamo mai occupati di turismo medicale, anche se è un settore molto forte: c’è gente che si muove per rifarsi i denti, i capelli e cure estetiche in generale” ha spiegato il suo direttore, Pietro Di Febo, ribadendo che, dalla fine dello scorso anno, decine e decine di clienti hanno manifestato la volontà di volare verso Mosca per farsi (finalmente) vaccinare.
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Foto da Pixabay
Il viaggio costa molto? Non troppo. Anche perché, in Russia, i prezzi degli hotel sono crollati a picco. Se nel 2019 per un cinque stelle a Mosca si pagavano 300 euro a notte, oggi difficilmente si va oltre gli 80. I pacchetti viaggio con Sputnik incluso partono da 1.700 € volo escluso, ma si arriva facilmente a 9.000 € se ci si abbina un tour alla scoperta del sud del Paese.
I tour operator, pressoché fermi da febbraio 2020, stanno dunque cominciando a guardare al turismo vaccinale come ad un’opportunità. Soprattutto nel breve periodo. Tuttavia, almeno per quanto riguarda lo Sputnik, si tratta di un viaggio piuttosto lungo. La Russia è dietro l’angolo, è vero, ma tra la prima e la seconda somministrazione devono passare almeno tre settimane. “Normalmente i viaggi turistici durano al massimo 11 giorni, qui si arriva a 23: bisogna riempire le giornate dei visitatori” ha commentato Di Febo, che ha ideato diversi pacchetti. Ci sono viaggi organizzati in ogni singolo giorno e proposte che prevedono check-up medico, primo vaccino, tre settimane circa di spostamenti liberi e richiamo.
Il viaggio da Milano alla Russia per ricevere lo Sputnik è stato prenotato ad oggi da centinaia di italiani. Prevalentemente coppie e single del Nord Italia. Il 60-70% delle richieste arriva da Bergamo e Brescia, seguite da Campania e Sardegna.

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Non solo dall’Italia alla Russia: i Paesi europei alla ricerca dello Sputnik
Non sono solamente gli italiani a volare verso la Russia per ottenere la loro dose di Sputnik.
“Dì ai tuoi amici di seguire su Twitter Sputnik V. I nostri followers saranno i primi a essere invitati a venire in Russia per ottenere il vaccino”: così scriveva l’account ufficiale del siero lo scorso 1 aprile. La Russia, infatti, intende dare il via ad un vero e proprio programma di turismo vaccinale a partire dal prossimo luglio.
Tell your friends to follow Sputnik V on Twitter!✌️
Our social media followers will be the first to be invited to get #SputnikVaccinated in Russia when the program starts. pic.twitter.com/Sxn17cjlmQ— Sputnik V (@sputnikvaccine) April 1, 2021
Nel frattempo, altri tour operator del continente si stanno muovendo. WorldVisitor, agenzia norvegese, offre pacchetti a partire da 1.999 euro per i “turisti” dei Paesi nordici e della Germania. Si può scegliere di stare in Russia per tutto il periodo tra una dose e l’altra, oppure di andare e tornare. Ma ci sono anche Paesi come l’Austria che giudicano il turismo vaccinale “deplorevole”. O meglio, ritengono deplorevole che l’Unione Europea non riesca ad offrire vaccini a tutti i suoi abitanti.