Lo scalo all’estero è la scappatoia che permette ai no vax di volare in Italia
Lo avevamo previsto appena letta la normativa e non c’è voluto molto a vedere la scappatoia applicata nella vita reale. […]

Lo avevamo previsto appena letta la normativa e non c’è voluto molto a vedere la scappatoia applicata nella vita reale.
In questo articolo:
Dal 10 gennaio è infatti impossibile prendere in Italia un qualsiasi mezzo di trasporto pubblico, aereo compreso, per viaggiare in Italia.
Lo stesso però non accade se si arriva dall’estero, il rientro in Italia è garantito per tutti i cittadini, indifferentemente dallo status vaccinale. Certo, per chi non è in possesso del super green pass sarebbe necessario un isolamento di 5 giorni, ma lo sappiamo sin dal primo giorno che questi controlli, di fatto, non sono mai stati messi in atto per l’impossibilità di controllare tutti gli spostamenti dei cittadini.
La scappatoia “no vax”
Una piccola premessa, questa non vuole essere una critica a chi, liberamente, sceglie di non vaccinarsi.
A certificare il trend è stato un articolo del CorSera che ha, dati alla mano, ricostruito il pendolarismo dei cieli dei passeggeri che, dovendo spostarsi da un punto all’altro dell’Italia, fanno una triangolazione con un volo che passa da uno scalo estero.
Non si tratta di una miles run, tantomeno di una strategia per sfruttare punti o miglia, semplicemente chi si deve spostare per esempio verso le isole ha trovato comodo volare da Milano a Barcellona e immediatamente sceso dall’aereo, rifare check-in e imbarcarsi per la Sardegna o la Sicilia. Tutto con un solo green pass standard, quello che si ottiene con un tampone rapido e dura 48h. Questa pratica non riguarda solo gli spostamenti verso le isole, ma anche quelli da nord a sud dello stivale, e viceversa.
Grazie alle tariffe risibili delle low cost in questo particolare momento storico, è infatti possibile spendere poco più di 50 euro per un Bergamo/Palermo via Parigi.
Impossibile anche risalire ai numeri reali, dato che come da tradizione i biglietti delle compagnie come Ryanair, EasyJet e le altre low-cost sono punto punto, quindi ai passeggeri basta prenotare due biglietti singoli. Il combinato disposto tra la mancanza di controlli alle frontiere Schengen e l’impossibilità di tracciare gli spostamenti rende questa pratica praticamente impossibile da fermare.
Le combinazioni possibili sono infinite, considerato che si potrebbe decollare da Bergamo con Ryanair verso Budapest e da qui ripartire con Wizzair direzione Bari. Oppure sfruttare gli scali di confine, come Nizza per i liguri, e volare a Roma e in altre zone del sud Italia.
Un piccolo consiglio a chi sceglie questa modalità per spostarsi in attesa di tempi migliori. Il Flight Club di EasyJet potrebbe essere un modo perfetto per trasformare le tratte in eccesso in un vantaggio per tutti i prossimi viaggi.
In conclusione
Il famoso detto italiano “fatta la legge trovato l’inganno” calza a pennello, anche se – bisogna dirlo – era prevedibilissimo, dato che negli ultimi 20 mesi di divieti di spostamenti verso paesi dove il turismo è tuttora vietato, abbiamo visto viaggiatori andare praticamente ovunque.